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Giusto due parole sullo slow tourism

Come da esigenza è diventato un interessante trend ad impatto zero.

Nel 2020 le persone per merito o per colpa di tempi morti, lunghe attese e distanziamenti, hanno riscoperto lo spostamento responsabile e il turismo locale, oltreché la bicicletta come mezzo di trasporto preferito.

Il Bike Tourism ha potuto così conoscere in Italia e nel mondo un boom, perché è perfetto per i tempi che stiamo vivendo: la bicicletta può essere un ottimo modo per recuperare energie fisiche e mentali, ma anche il veicolo ideale per soddisfare il desiderio di avventura e di scoperta senza allontanarsi troppo dai propri luoghi di residenza.

È praticabile da soli o in compagnia di amici e parenti e si svolge nel piacere dell’incontro e della convivialità, ricucendo la rete sociale interrotta dall’emergenza sanitaria. In più, essendo in crescita ma non ancora diffuso in maniera capillare, non è molto sfruttato commercialmente, il che lo rende una scelta low-cost alla portata di tutti.

Chiunque può essere cicloturista: basta munirsi di bici e attrezzatura adeguate al percorso da intraprendere, prefissare una meta e cominciare a pedalare. L’organizzazione del viaggio è quasi interamente gestita dal turista stesso: esistono portali specializzati, come Bikesquare, che indicano possibili itinerari da seguire, ma tempi, equipaggiamento, tappe intermedie e destinazioni finali sono decisi dal singolo viaggiatore.

Quando si viaggia per il mondo con le grandi agenzie sono previsti servizi ad hoc per il turista, che rendono spesso indistinguibili una meta dall’altra, standardizzandone l’offerta culturale e di intrattenimento; il Bike Tourism, invece, porta sicuramente a scegliere mete più vicine, ma anche a riscoprire le bellezze nascoste del proprio Paese.

Sta avvenendo di conseguenza una riscoperta storica ed enogastronomica delle peculiarità regionali e una loro maggiore valorizzazione, con importanti ritorni economici e di immagine per i territori che le ospitano. Può rappresentare un piacere e un privilegio godere e fruire di questi tesori turistici a pochi km di distanza da casa propria, a buon mercato e a impatto zero sull’ambiente.

C’è da dire, in effetti, che il turismo di massa non tiene mai molto conto dei parametri di sostenibilità ambientale. Il carattere ecosostenibile del cicloturismo, invece, porta i suoi praticanti ad esplorare i vari territori nel rispetto del loro sviluppo naturale e delle loro particolarità storiche, geografiche ed economiche; trattandosi poi di viaggi compiuti con mezzi semplici e non inquinanti, si riescono a ridurre annualmente le emissioni di CO2.

Democratico, economico, green, il cicloturismo può davvero costituire il primo passo verso una rivoluzione su due ruote.

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